sabato 25 novembre 2006

Masada: attenzione alla seconda brigata frombolieri zelota!

Un po' di storia...
La fortezza dell'antica città di Masada di fatto non fu mai espugnata dai soldati romani che pure vi entrarono nell'anno 74 . Davanti ai loro occhi trovarono solo una orrenda ecatombe: il suicidio collettivo della comunità ebraica zelota resistente al potere di Roma che la occupava. Masada sorgeva su un altopiano di circa sei km² situato su una rocca a 400 m di altitudine rispetto al Mar Morto, nella Giudea sud-orientale. Mura alte cinque metri - lungo un perimetro di un chilometro e mezzo, con una quarantina di torri alte più di venti metri - la racchiudevano, rendendola pressoché inespugnabile.

Palazzo di Erode il Grande

Nel I sec a.C. la fortezza era il palazzo d'inverno di Erode il Grande arroccato su tre diversi livelli verso lo strapiombo sul lato nord della rupe, dotato di terme con caldaia centrale, magazzini sotterranei ed ampie cisterne per la raccolta dell'acqua e di un grande complesso termale.


Nel 66 era stata conquistata da un migliaio di zeloti che vi si insediarono con donne e bambini; quattro anni dopo - nell'anno 70 - caduta di Gerusalemme, vi trovarono rifugio gli ultimi strenui ribelli non ancora disposti a darsi per vinti.

Due anni di assedio

La fortezza fu assediata dalla Legio X Fretensis di Sergio Flavio e da altri 7000 uomini per lo più schiavi, inaccessibile come un nido di aquila, per quasi tre anni; venne costruito un vallo (sorta di limes spesso due metri, ancor oggi visibile) ed un terrapieno di settanta metri che dal basso saliva sino alle mura della fortezza.

Resosi conto della disfatta ormai imminente, dal momento che i Romani erano finalmente riusciti ad aprire una breccia nelle mura, il capo zelota Eleazar Ben Yair, parlò alla sua gente inducendola ad un suicidio collettivo per spada (estratti a sorte per gruppi, infatti sono stati ancora i pezzi di coccio con scritti i nomi degli estratt a sorte, gli uomini della comunità uccidevano le donne e i bambini togliendosi poi la vita a vicenda); questa sembrava essere una sorte preferibile ad un sicuro stato di schiavitù.
Quando anche l'ultimo resistente cadde mentre la città era in preda alle fiamme, a salvarsi furono solo pochi bambini e due donne che si erano nascosti in un anfratto per scampare alla morte. I romani poterono così entrare in Masada ormai priva di difesa: sorpresi di quanto accaduto, tributarono ai valorosi resistenti un silenzioso omaggio.

"Mai più Masada cadrà"

Dopo la sua presa, Masada rimase in mano ai romani fino all'epoca bizantina per essere riscoperta oltre un secolo e mezzo fa per diventare simbolo della causa sionista. Tutt'oggi reclute dell'Esercito israeliano vengono condotte sul luogo per pronunciare il giuramento di fedeltà al grido di: "Mai più Masada cadrà".

Masada è stata in parte ricostruita ed è diventato uno fra i più importanti siti archeologici di Israele grazie anche agli scavi compiuti a partire dagli anni '60 sotto la guida dall'archeologo Yigael Yadin. Sono stati riportati alla luce i resti dell'antica fortezza: evidenti risultano i segni dei campi militari romani, con mosaici di notevole qualità, bagni ed anche i massi di pietra lanciati dalle catapulte. Come segno dell'occupazione zelota resta solo una piccola sinagoga mentre più recente, risalente al V sec. è una basilica fatta costruire da monaci bizantini penitenziali.

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Che cos'è Degania?

Degania Alef was founded in 1909 by seven Second Aliyah Halutzim (Halutz), who came from Rumania, on land acquired by the Jewish National Fund. Although the economically successful as a settlement, the group dispersed a year later. In 1911, the place was resettled by a group of pioneers from Russia known as the "Hadera Commune".

Degania Alef was the first settlement based on communal living and became known as the "Mother of the kevutzot". Members of Degania Alef insisted on maintaining the frame of the small kevutzah, as opposed to the bigger collective settlement - the Kibbutz - and therefore, in 1920, with the coming of Third Aliyah pioneers, Degania Bet was founded. In 1932, part of the land was granted for a third collective settlement - kibbutz Afikim.

View of Degania (1941) During the War of Independence, the Syrian army reached the gates of Degania Alef, but was bravely repulsed. A burnt Syrian tank remains on the site as a memorial. The two Deganias have a combined population of nearly 1,000. Due to the hot climate and abundance of water, both Deganias are engaged in fully irrigated farming. Degania Bet has also a metal factory and Kadish Luz were members of Degania Bet. A.D. Gordon, Arthur Ruppin, Otto Warburg and other founders of the labor settlement movement are buried on Degania Alef.