mercoledì 22 agosto 2007

Vi racconto una storia...

La genesi della "Leggenda di Hiram" si perde nella notte dei tempi e vana è la ricerca delle fonti storiche, perché essa é stata tramandata oralmente e non è noto l'Autore di questo profondo assunto che certamente non è attinto dalla Bibbia, dove Hiram viene ricordato solamente come un geniale artista, fonditore delle due famose colonne e dei capitelli del Tempio, nonché del "Mare di Bronzo", ma non é menzionato quale Architetto preposto alla meravigliosa impresa della costruzione del Tempio all'Eterno e capo di una immensa schiera di operai.
Hiram, il cui nome ebraico significa "Elevato", rappresenta l'Uomo per antonomasia, pervenuto, mediante la virtù, al massimo grado della nobiltà morale e come tale considerato un modellatore di anime, un grande Iniziato e iniziatore.
Egli, figlio di un Tiriano e di una vedova della tribù di Neftali, conoscitore dell'uso dei metalli e famoso Architetto, aveva conquistato la stima ed il rispetto del re di Tiro che portava il suo stesso nome e dal quale era chiamato "Padre".
Quando il Re Salomone decise di innalzare un Tempio all'Eterno, si rivolse ad Hiram, che fu nominato responsabile dei lavori ed ebbe i necessari poteri per l'esecuzione della monumentale opera.
Hiram ebbe alle sue dipendenze 183.000 operai, chiamati "Proseliti", cioè "Iniziati" che provenivano da tutte le parti del mondo e perciò parlavano tutte le lingue.
Al mattino, Hiram soleva radunare la moltitudine degli operai e ad un cenno prestabilito questi accorrevano dai tre lati luminosi dell'orizzonte, schierandosi e formando un mosaico di teste umane.

Ad un altro segno, tutti gli operai si rivolgevano verso Hiram, che con la mano aperta segnava una linea orizzontale, dal cui mezzo faceva cadere una linea perpendicolare figurante due angoli retti a guisa di squadra, segno con il quale i Sirii riconoscevano la lettera "T".
A questo segno la moltitudine si agitava come grano mosso dal vento.
Gli operai, suddivisi in Apprendisti, Compagni e Maestri conoscevano alcune parole, determinati segni e toccamenti, secondo la classe cui appartenevano, allo scopo di riconoscersi tra loro, e ricevere la mercede spettante secondo il genere di lavoro eseguito. Gli Apprendisti ricevevano il salario presso la Colonna "B", i Compagni presso la Colonna "J", situata ciascuna a settentrione e a mezzodì rispetto all'ingresso del Tempio, che si apriva ad occidente. I Maestri invece ritiravano il loro compenso nella Camera di mezzo.
Il nome della Colonna degli Apprendisti significava "Forza", quella dei Compagni "Saggezza".
Dopo sette anni circa dall'inizio dei lavori, la costruzione del Tempio volgeva alla fine ed era possibile accedervi attraverso tre porte: quella a mezzogiorno riservata agli Apprendisti, quella ad occidente riservata ai Compagni, quella ad oriente riservata ai Maestri.
Salomone, mediante un apposito editto, aveva stabilito, sotto pena di morte, che gli Apprendisti ed i Compagni uscissero dal Tempio la sera precedente il sabato per rientrarvi soltanto la mattina seguente tale giorno.
I lavori procedevano secondo le disposizioni del Re, ed il Tempio sotto la illuminata direzione di Hiram, aveva raggiunto un elevato grado di bellezza artistica e di maestosa imponenza.
All'improvviso, un orrendo delitto provocò la sospensione degli ultimi lavori, ed una profonda tristezza pervase tutti gli operai.
Quindici compagni insoddisfatti del loro salario, allo scopo di ottenere la stessa mercede dei Maestri, ordirono una congiura per impadronirsi mediante la violenza dei loro segreti.
Al momento dell'azione dodici compagni si ritirarono, mentre tre persistettero nel piano criminoso; tre Compagni che nella Leggenda sono indicati con il nome di Oterfurt, Eterkin, e Moa-Bon. Quest'ultimo fu chiamato poi "Abiran" cioè "assassino".
I congiurati sapevano che ogni sera, al termine dei lavori, Hiram si recava nel Tempio per controllare i progressi della costruzione, quindi si nascosero nel Tempio, ciascuno presso una delle porte: Oterfurt armato di un pesante regolo, Eterkin di una squadra e Moa-Bon di un grosso maglio.
Ispezionati i lavori, Hiram si avviò verso l'uscita a Sud e nella penombra scorse uno dei congiurati, Oterfurt, al quale domando: "Perché stai ancora nel Tempio e non hai seguito gli altri Compagni?" - Oterfurt con tracotanza rispose: "Maestro è da molto tempo che mi tenete nel grado di Compagno; voglio essere avanzato nel grado di Maestro". Con tono pacato Hiram a sua volta disse: "Da solo non posso accordarti la promozione, è necessario il consenso dei miei Fratelli; quando avrai ultimato il periodo necessario e sarai sufficientemente istruito ti proporrò al Consiglio dei Maestri". "Sono abbastanza istruito" replicò il temerario "e, non vi lascerò andar via, se prima non riceverò la Parola dei Maestri." Hiram di rimando: "Sciagurato! Non è così che io l'ho ricevuta e che si deve chiedere. Lavora con pazienza e sarai ricompensato". Il Compagno insistette ancora nella sua assurda richiesta e passo quindi alle minacce, ma Hiram lo redarguì con fermezza: "Invano speri di veder accolta in tal modo la tua pretesa; piuttosto che tradire il mio Obbligo, sono disposto ad affrontare la morte". Quindi, con un gesto della mano, invito il Compagno a ritirarsi, ma questi, adirato per la risposta negativa, vibrò un violento colpo di regolo in direzione della testa di Hiram colpendolo alla tempia destra. Il Maestro barcollò e stordito si diresse verso la porta d'occidente dove venne affrontato dal secondo congiurato ancor più minaccioso.
Hiram con la stessa fermezza di prima rifiutò la Parola, e il malvagio armato di squadra, lo colpì con violenza alla tempia sinistra. Il Maestro si piegò sul ginocchio destro poi si rialzò e barcollando si diresse verso la porta Est, si passo la mano destra sulla fronte per tergersi il sangue ed il sudore, por cercare un momentaneo sollievo alla sua grande sofferenza.
Invano tentò di sfuggire all'agguato, poiché alla porta Est si imbatté nel terzo congiurato che gli richiese la parola dei Maestri. Hiram irremovibile rispose: "Anziché violare il segreto affidatomi, preferisco la morte." Moa-Bon, il malvagio, lo colpì alla fronte con il pesante maglio e Hiram crollò esanime sul pavimento del Tempio.

Monte Sion
Franco F.
Roma, 16 giugno 1988

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Che cos'è Degania?

Degania Alef was founded in 1909 by seven Second Aliyah Halutzim (Halutz), who came from Rumania, on land acquired by the Jewish National Fund. Although the economically successful as a settlement, the group dispersed a year later. In 1911, the place was resettled by a group of pioneers from Russia known as the "Hadera Commune".

Degania Alef was the first settlement based on communal living and became known as the "Mother of the kevutzot". Members of Degania Alef insisted on maintaining the frame of the small kevutzah, as opposed to the bigger collective settlement - the Kibbutz - and therefore, in 1920, with the coming of Third Aliyah pioneers, Degania Bet was founded. In 1932, part of the land was granted for a third collective settlement - kibbutz Afikim.

View of Degania (1941) During the War of Independence, the Syrian army reached the gates of Degania Alef, but was bravely repulsed. A burnt Syrian tank remains on the site as a memorial. The two Deganias have a combined population of nearly 1,000. Due to the hot climate and abundance of water, both Deganias are engaged in fully irrigated farming. Degania Bet has also a metal factory and Kadish Luz were members of Degania Bet. A.D. Gordon, Arthur Ruppin, Otto Warburg and other founders of the labor settlement movement are buried on Degania Alef.